“Odore di alghe limacciose e sabbia densa, odore di piume bagnate. È un antico cratere, ora pieno d’acqua: è il lago di Bracciano, dove approda, in fuga dall’indifferenza di Roma, la famiglia di Antonia, donna fiera fino alla testardaggine che da sola si occupa di un marito disabile e di quattro figli.”
Così inizia la descrizione di “L’acqua del lago non è mai dolce”, terzo romanzo della scrittrice Giulia Caminito, finalista al Premio Strega 2021, vincitore del Premio Strega Off e del Premio Campiello.
Giulia Caminito, talentuosa scrittrice romana, classe 1988, nel suo ultimo romanzo racconta il suo rapporto – a volte – conflittuale con Anguillara Sabazia, il luogo dove è cresciuta.
Seppur non autobiografico, in questo romanzo l’autrice ha voluto esprimere tutte le sensazioni che ha provato durante la sua adolescenza, aggiungendo parti di vita reale alla narrazione.
Per esprimere al meglio i suoi sentimenti, aveva bisogno di un luogo a lei familiare. Un posto dove ha conosciuto le persone più importanti della sua vita. Un posto dove ogni cosa, anche quella apparentemente più banale, per un’adolescente può diventare motivo di lotta continua. Emarginazione, discriminazione e indifferenza sono fin troppo spesso presenti nelle piccole città di provincia.
In un’intervista rilasciata a Via dei Serpenti, alla domanda sul perché avesse scelto proprio il lago di Bracciano, ed in particolare Anguillara Sabazia, come scenario del suo romanzo, la Caminito ha risposto:
“Mi serviva uno scenario molto noto, che fosse per me attraversabile e sondabile in profondità, volevo che non fosse uno sfondo, ma una creatura tra le altre, che avesse una identità. Sapevo che prima o poi avrei scritto qualcosa sul lago, perché mi è troppo caro e famigliare, però non ero sicura lo avrei fatto in questo modo e adesso. Semplicemente quando ho iniziato ho capito che volevo provarci e mi sono tuffata.”
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